Le sei migliori risorse per risolvere il blocco dello scrittore

Il blocco dello scrittore (o del copy, nel nostro caso) è una brutta bestia. Si rischia di fissare lo schermo bianco per un pomeriggio senza che ne esca qualcosa che abbia un senso compiuto.

Alcune volte non c’è l’idea di partenza, altre volte c’è ma è ancora troppo vaga. Oppure ci si incaponisce sull’attacco del pezzo non riuscendo ad andare oltre le prime tre righe. In altri casi ancora si ha in mente l’attacco ma non si è in grado di dargli respiro con un adeguato sviluppo. Altre volte a mancare è il titolo. Prima o poi capita a tutti, ma è facile uscirne.

Spesso si tende a credere che pubblicare regolarmente alla fine prosciughi le energie creative, come se gli argomenti fossero dei pozzi ad esaurimento. In realtà dovrebbe essere il contrario: più posti contenuti rilevanti per i lettori, più hai voglia e ispirazione per affrontare tutte le sfumature che un topic si porta dietro.

Nel nostro lavoro abbiamo a disposizione delle Muse. Forse non hanno l’aspetto semidivino che potevano avere per gli artisti greci, ma svolgono bene la funzione di fonti di ispirazione. Una volta circoscritta l’idea di partenza, il più è fatto.

Ecco le sei Muse con cui superare il blocco dello scrittore.

Alla ricerca della parola chiave

Le parole chiave sono come porti in mezzo al mare. Non mettere la tua barca in acqua se non hai prima tracciato rotte che ti portino esattamente alle tue personas di riferimento. Individuare le keywords legate alla tua attività servirà poi a farti individuare online all’interno del mare magnum dei contenuti che vengono pubblicati ogni giorno, oltre che farti superare l’empasse da blocco dello scrittore.

Meglio partire subito dal principio di utilità: “qual è l’argomento su cui potrei scrivere per essere utile al mio pubblico?”.

Fatto questo, possiamo ricorrere a tool che possano darci dei suggerimenti validi non solo per cercare una semplice keyword (per esempio “content marketing”), ma anche per strutturarla all’interno di una long trail. L’immancabile compagno di viaggio, quando si parla di parole chiave, è Google Keyword Planner.

Si tratta di uno strumento molto prezioso, perché ti fornisce una lista di alternative e di keywords correlate a quelle che usi più di frequente, offrendoti quindi delle idee a cui attingere per i tuoi contenuti. Grazie ai volumi di ricerca su base mensile ti restituisce inoltre anche un indice di popolarità delle ricerche per keywords, così da intercettare quelle più performanti in un dato periodo.

Un ottimo tool complementare è Ubersuggest. A seconda delle lingue offre un elenco di parole chiave basate sui suggerimenti Google nella casella di ricerca. Ubersuggest organizza poi i risultati in ordine alfabetico. Cliccando su questi risultati è possibile ricavare un’ulteriore lista di suggerimenti, tra cui anche keyphrase correlati alla query originaria.

Schermata di Ubersuggest, tool che suggerisce combinazioni di keywords per superare il blocco dello scrittore

Un mix tra le funzionalità di Keyword Planner e Ubersuggest le troviamo invece in Keywordtool. Restituisce sino a 750 risultati per keyword (nella versione free) e permette di individuare i risultati a seconda del database interrogato (come Google, Bing, Youtube). Nella versione pro troviamo anche l’indicazione dei volumi di ricerca e il livello di competitività della parola chiave.

La domanda giusta

Tante volte per scrivere un buon contenuto hai bisogno di una buona domanda da cui partire. E le domande giuste può farle Answer the public. Vai sul sito, poni una semplice parola chiave nella stringa di ricerca e ti offrirà una lunghissima lista di domande e relative varianti. Tutti i risultati saranno accorpati in ramificazioni sotto avverbi interrogativi. Per esempio “chi”, “come”, “perché”, “quando”, etc.

Al di là della facilità d’uso questo tool, è davvero una risorsa assai utile. Fa quello che altre piattaforme ancora faticano a fare: applica il linguaggio naturale a quelle che sono semplici keywords di partenza, razionalizzando le curiosità espresse online rispetto a un determinato argomento. Restituisce così, in forma grafica, l’evoluzione delle domande che si possono sviluppare attorno ad un tema.

Per gli anglofoni ci sono ulteriori strumenti a disposizione per intercettare le domande del pubblico di riferimento, come Quora oppure Reddit. Vale sempre la pena dare un’occhiata agli argomenti più dibattuti e soprattutto a come la domanda sia posta.

Generatori di titoli

Fermo restando che i migliori titoli escono fuori dalla creatività umana, qualcuno ha messo a punto dei tool che permettono di superare il blocco del titolo. Purtroppo sono soltanto in lingua inglese, ma con uno step successivo di traduzione in italiano non perdono molto in efficacia.

Un primo strumento è Tweak your biz. Inserisci un argomento o una parola chiave per vedere i risultati ordinati sotto diverse tipologie titolo: how to, lista, domanda, motivazione, etc.

Un altro generatore di titoli, ma più dotato di personalità, è Portent. Per avere ancora più opzioni basta aggiornare la pagina dei risultati. Purtroppo non offre sempre titoli perfetti, spesso alcuni di loro non hanno senso. Ma guardando i vari suggerimenti non è difficile ricavarne il proprio titolo. Ricordati però poi di rispettare il mandato che ti sei dato con il titolo.

Sempre sul pezzo

Rimanere aggiornati sulle novità è un comandamento irrinunciabile, soprattutto quando vuoi staccare con i post evergreen e orientarti sull’attualità. Uno strumento da cui partire è senza dubbio Google Trends. Su questa piattaforma possiamo comparare più chiavi di ricerca, individuare la più popolare in un determinato momento e osservare le oscillazioni che quella parola o quell’argomento hanno avuto in termini di volumi di ricerca.

In moltissimi settori del business orientarsi sulle tendenze di stagione può essere determinante, come per esempio nel travel blogging, nel filone eno-gastronomico, nel socialmedia management, etc.

Alle volte pubblicare nel momento giusto un contenuto che contiene una certa keyword può far schizzare il tuo pezzo nelle quote alte della SERP, per questo un’occhiata a Google Trends è sempre una buona norma.

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Ipse dixit!

Per trovare l’ispirazione e superare il blocco dello scrittore tante volte basta fare una bella rassegna stampa e prendere spunto dai migliori nel tuo campo.

Ma per fare una content discovery a colpo sicuro, e non trovarsi ogni giorno a sacrificare ore preziose per leggere contributi di dubbia qualità, esistono degli strumenti che vi permettono di tener traccia dei contenuti più influenti.

Nel campo del content marketing un nome che vale la pena citare è Zest. Si tratta di un feed di storie e notizie di business e marketing, selezionate però da un team umano. Raccoglie fonti in inglese, ma d’altra parte in questo campo le voci più autorevoli provengono da oltre Atlantico.

Schermata di Buzzsumo, sito che raduna i contenuti più condivisi sui social

Per quanto riguarda invece gli aspetti più “automatizzati”, un buon strumento da cui partire è Buzzsumo. Si tratta di una piattaforma che intercetta i contenuti più condivisi nei principali social network e permette di individuare quali siano le voci più influenti per uno specifico settore. Si possono effettuare anche ricerche per tipologie di contenuto (es. articoli, infografiche, video e interviste) e filtrarle poi per data, lingua e Paese (ma solo nella versione pro).

Se già sai quali sono le voci a cui affidarti, e quindi vuoi tenerti aggiornato su tutti i nuovi contenuti che hanno pubblicato, la soluzione è abbonarti ai Feed RSS dei loro siti. Piattaforme come Netvibes ti aiuteranno a gestirne il flusso, catalogarlo in sezioni e sottosezioni, e personalizzare molte impostazioni. La rassegna stampa sarà così un gioco da ragazzi.

Repackage

Se hai avuto una buona intuizione in passato nulla ti vieta di riutilizzarla. Ma dovrai cambiare “grammatica” e veste per farlo apparire nuovo ancora una volta. Per esempio, trasformare un post lungo in un video di 10 minuti. O convertire il podcast di un’intervista in un post sul blog. Oppure tornare ad aggiornare un vecchio post se ci sono novità rilevanti sull’argomento. Oppure dare un nuovo taglio ad un’argomento già affrontato, magari con qualche case history recente.

Nel caso di un cambio di supporto, per esempio da post scritto a video, bisogna assicurarsi però di avere i mezzi adeguati affinché il contenuto “nuovo” si integri con il piano editoriale già esistente, oppure cambiare tempi e modi di esposizione nel passaggio da un media all’altro.

Tolstoj e il blocco dello scrittore

Ritratto di Lev TolstojSolo la continua sperimentazione di tutte queste risorse suggerite vi darà la vostra personale ricetta, quella che dà soddisfazione sia alla vostra penna sia alle persone che vi leggono.

C’è una risorsa di cui non abbiamo scritto, ma che è implicita quando si parla di copywriting: essere creativi. Sembra banale come osservazione, ma non lo è. Per essere “memorabili” occorre che già nella fase di stesura delle idee vi diate qualche guizzo imprevedibile. Per esempio a me ronzava in testa qualcosa come “quello che Lev Tolstoj può insegnare al content marketing”. Ora, non so se Anna Karenina c’entri molto con il nostro lavoro (ad occhio direi di no), però c’è una frase di Tolstoj che ci può fare da supporto e da guida anche quando ci arrovelliamo per ore su un post: «Per vivere con onore bisogna struggersi, turbarsi, battersi, sbagliare, ricominciare da capo e buttare via tutto, e di nuovo ricominciare e lottare e perdere eternamente. La calma è la vigliaccheria dell’anima».

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